08 Feb Lo Streptococco di gruppo A: non un semplice mal di gola?
Spesso durante il cambio di stagione e con i primi freddi, il mal di gola è dietro l’angolo. Purtroppo nei soggetti più a rischio come i bambini, giovani adulti, anziani ed immunodepressi, può causare una faringite acuta e cioè un’infiammazione della gola; in molti casi coinvolge, data la loro vicinanza, anche le tonsille (in tal proposito si parla quindi più accuratamente di faringotonsillite).
La causa può essere virale o, nel 30% dei pazienti, batterica.
Tale distinzione è importante, perché queste forme si differenziano per il decorso, le eventuali complicanze e per il diverso approccio terapeutico.
Nelle faringiti virali, infatti, non è necessario assumere, in quanto questi farmaci agiscono esclusivamente sui batteri.
Fra le faringiti batteriche, riveste un particolare ruolo la faringite streptococcica causata dallo streptococco beta emolitico di gruppo A (Streptococcus pyogenes).
Esistono, varie specie di streptococchi, classificabili in base alla capacità di lisare (digerire) la membrana dei globuli rossi (alfa, beta o gamma emolitici) e a seconda del tipo di antigene esposto sull’involucro batterico (gruppi da A ad U). Alcune specie di streptococco risiedono abitualmente nei tessuti umani senza determinare malattie (microrganismi saprofiti) e senza causare sintomi (soggetti portatori).
Lo Streptococco pyogenes, al contrario, è un batterio molto contagioso, che vive nella mucosa del naso e della gola e si trasmette mediante l’inalazione di goccioline di secrezione nasale e dalla faringe.
Si diffonde quindi attraverso la tosse e gli starnuti, o anche ingerendo cibi e bevande in contaminate da persone affette o portatrici. Il contagio avviene soprattutto nei luoghi affollati, come asili, scuole, caserme.
I contatti ravvicinati con individui infettati, come i familiari di un soggetto colpito, costituiscono il principale fattore di rischio per la malattia. Anche chi sta a stretto contatto coi bambini (insegnanti, genitori) hanno una probabilità più elevata di sviluppare la faringite streptoccica. Il periodo di incubazione dura 4-5 giorni, passato il quale il paziente in genere presenta i caratteristici sintomi del mal di gola: dolore e rossore alla gola, dolore alla deglutizione, febbre, tonsille gonfie, arrossate e a volte cosparse di placche purulente, linfonodi del collo e sottomandibolari ingrossati, petecchie (piccole macchie rossastre dovute a uno stravaso di sangue) sul palato; il soggetto può anche lamentare mal di testa, brividi e malessere generale.
In assenza di precedenti contatti con lo streptococco beta emolitico si può anche manifestare contemporaneamente la scarlattina, una malattia cutanea causata dalle tossine prodotte dallo stesso batterio. Questa malattia si manifesta con arrossamento diffuso della pelle che comincia a manifestarsi sulle parti calde e umide del corpo come i lati del torace, l’inguine e il dorso. Alla fine l’esantema (tipicamente puntiforme) interessa tutto il corpo, tranne che l’interno dei gomiti e, sul viso, la parte intorno alla bocca.
Per la diagnosi ci si può avvalere di alcuni esami che si eseguono nel nostro laboratorio che ricercano la presenza dello Streptococco di gruppo A: i principali sono il test antigenico rapido (tampone faringeo rapido) e l’esame colturale su tampone faringeo.
Nel caso del test rapido si ricercano gli antigeni specifici dello Streptococco beta-emolitico di gruppo A, e dunque il test ha un grado di specificità assoluta e sensibilità del 96 %. Il test è definito rapido in quanto il risultato è disponibile in circa 15 minuti. Con il tampone rapido è inoltre possibile rilevare la presenza sia di elementi vitali che non più vitali del batterio (presenti ancora dopo 24/48 ore dall’eventuale inizio di una terapia antibiotica, seppur non più in grado di svilupparsi in colonie in caso di esecuzione di un esame colturale).
Con il test rapido non è tuttavia possibile individuare agenti microbici diversi dallo Streptococco beta-emolitico di gruppo A. Con l’esame colturale (un tampone singolo esclusivo) da tampone oro-faringeo si procede, invece, alla “semina” del campione su adeguati terreni di coltura che permettono l’identificazione ed una valutazione quantitativa di vari tipi di germi (non solo streptococchi ma anche stafilococchi, miceti come la candida ecc.) e, successivamente, di saggiarne la sensibilità a diversi tipi di antibiotici (antibiogramma).
Se il test rapido risultasse negativo nei bambini e negli adolescenti, ma vi fosse un forte sospetto clinico che si tratti ugualmente di una faringite streptococcica, è opportuno far eseguire un esame colturale, eseguendo uno specifico tampone faringeo, in laboratorio. Il tampone colturale ha specificità assoluta e sensibilità prossima al 100 % e ciò permette di evidenziare la presenza dello streptococco anche quando esso è presente in quantità minima e quindi più difficilmente rilevabile con il test rapido. I due tipi di esami quindi si integrano tra loro e sarebbe preferibile eseguirli contemporaneamente, prima di iniziare qualsiasi terapia antibiotica.
Negli ultimi anni vi è un aumento statistico di ceppi di streptococco beta emolitico di gruppo A che acquisiscono antibiotico resistenze (come ad esempio per le tetracicline): l’uso eccessivo e a volte smodato di questi farmaci, permette la selezione di ceppi sempre più virulenti e aggressivi, sottolineando l’importanza dell’antibiogramma per la scelta della terapia elettiva.